lunedì 23 marzo 2015

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO GESSANO

Gennaro Finamore, per il fatto che la popolazione di Gessopalena fu indotta a riversarsi sulle campagne, osservava, come i boschi di querce fossero stati distrutti dalla fame di terreni da coltivare, così egli scriveva su “Delle condizioni economiche-agricole di Gessopalena”, edito nel 1872 : “ Fu bello il gioco ma durò poco (…) Tolti adunque i boschi ed adottate colture intensive, la terra vergine e vigorosa rispose con effetti di fecondità straordinaria. Ma non guarì appresso, i disboscamenti come erano da attendersi cagionarono le frane; la coltura intensiva, senza adatti studi e compensi, produsse l'insterilimento: in guisa che molti fondi furono venduti per l'equivalente del tributo fondiario”.
Il dissesto idrogeologico è l’insieme di quei processi morfologici dall’azione altamente distruttiva sul territorio poiché avvengono in tempi notevolmente rapidi. Si tratta di frane ed erosioni , il più delle volte causati dall’azione stessa dell’uomo, che ne è anche vittima, ed il Finamore lo testimonia.
L'abusivismo edilizio, il disboscamento indiscriminato, la cementificazione selvaggia, discariche abusive di materiali di scavo ed edili, l'agricoltura intensiva e molte altre attività nocive all’ambiente, come la mancata manutenzione dei fossi di scolo e delle sorgenti, la regimentazione delle acque chiare e scure ecc. ecc., i cui effetti non possono non essere devastanti sul suolo, sulle opere e sull’uomo stesso. Negli anni addietro hanno fatto dei tentativi per fermare la storica frana sul lato orientale del paese vecchio a valle di piazza Garibaldi, con l'ausilio perfino di un elicottero per il trasporto dei materiali, ma il risultato fu solo lo sperpero di denaro pubblico. Come quello che da anni, le amministrazioni comunali che si sono succedute, da Innaurato a Lannutti, nel ripianare con materiali “vari” il fondo del campo sportivo, senza preoccuparsi delle cause, in lento scivolamento a valle a causa di una evidente frana, cagionata da una fogna rotta, che ha interrotto anche la strada comunale che da San Rocco portava a Pincianesi (leggi nell'archivio di questo blog: “Bugie propagandistiche” gennaio 2012, oppure “Doverosa precisazione” febbraio 2012, ma anche sul web al seguente indirizzo: www.chietiscalo.it/rubriche/pensieri/12741-gessopalena-il-mondo-delle-favole.html

SONO SOLO ALCUNE TESTIMONIANZE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO IN ATTO A GESSOPALENA !
 CLICCARE SULLE FOTO PER INGRANDIRLE
Secolare frana nella parte orientale del Paese Vecchio-Quello che resta del vecchio tentativo di fermarla
Campo sportivo
Campo sportivo
Campo sportivo-Vista della frana, immediatamente a valle del piano di calpestio, che da anni minaccia l'impianto
Piane Vicenne
Piane Vicenne
Piane Vicenne
Contrada Macchie, gli inutili gabbioni di un vecchio consolidamento-Sullo sfondo l'abitazione di Gasperino Pellicciotta
Contrada Macchie
Contrada Macchie-Sulla destra l'abitazione di Antonio Tiberini dichiarata inagibile
Contrada Macchie-"La fuonde de lu Corve"
Strada comunale Machie-Lago
Strada comunale Pincianesi-Lago, nei pressi di contrada Fini
Contrada Giardino, secondo ponte
Contrada Rossi-Il ponte
Località Atriena
Località "Fuonde de la Gregne"- Vista lato "Carpenete" e Monte S. Giuliano
La Morgia
"La Pescare"- Il secolare punto critico per la fornitura idrica di Gessopalena
















mercoledì 11 marzo 2015

BLACK OUT E RIMBORSI

Per ovviare ai disagi agli utenti, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas (vedi delibera ARG/ELT198/11) prevede rimborsi automatici direttamente in bolletta in caso di black out. Dal 2008 è stato istituito un fondo speciale, grazie al quale scattano rimborsi automatici nelle bollette in caso di interruzioni prolungate per cause di forza maggiore.
I rimborsi vanno da un minimo di 30 euro (per oltre 8 ore di interruzione) fino a un massimo di 300 euro per tre giorni di stop e sono a carico non degli operatori, ma di un sistema di natura mutualistica. Se, invece, la fornitura si interrompe per colpa del distributore, dal 2009 esiste un sistema di rimborsi automatici introdotto dall’Autorità, che prevede indennizzi tanto più elevati quanto più si prolunga il disservizio, da un minimo di 35 a un massimo di 105 euro. In questo caso, gli indennizzi in bolletta a favore dei consumatori sono a carico delle società distributrici.
Gli indennizzi per l’energia elettrica e il gas sono erogati dal venditore di energia in bolletta entro il primo ciclo di fatturazione utile decorsi 60 giorni dall'interruzione (180 giorni se le interruzioni coinvolgono più di 2 milioni di utenti), senza che il consumatore ne faccia richiesta.
A tali tempi vanno aggiunti quelli necessari ai venditori per trasferire il rimborso ai clienti direttamente in bolletta. In particolare, hanno diritto all'indennizzo i clienti di bassa tensione che subiscono un’interruzione di almeno 8 ore nei comuni con più di 50 mila abitanti, di oltre 12 ore per comuni tra i 5 mila e i 50 mila abitanti e oltre le 16 ore per i comuni più piccoli. Per quel che riguarda gli intestatari di forniture di media tensione, le interruzioni devono essere almeno di 4 ore nei comuni con più di 50 mila abitanti, 6 ore per comuni tra i 5 mila e i 50 mila abitanti e oltre le 8 ore per i comuni più piccoli.
I rimborsi possono essere visualizzati direttamente in bolletta sotto la voce "Rimborso automatico per mancato rispetto dei livelli specifici di qualità definiti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, corrisposto in misura forfettizzata”.
Se non si è in regola con i pagamenti delle bollette, il venditore non è tenuto a corrispondere l'indennizzo.
Nel caso di mancato accredito, il consumatore potrà richiederlo al proprio venditore o direttamente al distributore locale presentando una domanda entro sei mesi dall'interruzione. L'impresa distributrice valuterà la richiesta e deve provvedere, entro tre mesi, all'accredito o all'invio della risposta scritta negativa motivata.
A differenza del servizio elettrico, per le sospensioni senza preavviso dei servizi idrico e telefonico non sono previsti indennizzi automatici. La maggior parte dei disservizi segnalati riguardanti acqua e telecomunicazioni, poi, potrebbero essere imputabili alla mancanza di alimentazione elettrica e dunque non attribuibili direttamente ai gestori dei servizi idrico e telefonico. «La strada da percorrere è sempre quella di procedere con un reclamo scritto e chiedere che venga riconosciuto un indennizzo. L’invio massiccio di reclami da parte degli utenti è in questi casi opportuno e fondamentale perché, oltre ad offrire un quadro delle dimensioni del problema, induce il gestore a individuare le responsabilità e ad adottare soluzioni collettive relativamente alle mancate forniture».
Dunque in caso di mancanza di acqua si può inviare una raccomandata a/r o fax al Gestore (chi emette le fatture) segnalando la durata del distacco del servizio ed eventualmente evidenziando il contesto di emergenza in cui si è verificata l’interruzione della fornitura senza preavviso. L’indirizzo a cui spedire è quello che compare sulla fattura o sul contratto sottoscritto.
«Purtroppo in questo caso non è possibile calcolare l’ammontare dell’indennizzo basandosi sulle Carte dei Servizi. Le Carte, infatti, stabiliscono un tempo massimo per il ripristino dell’utenza interrotta per guasto (12-24 ore) ma quasi nessuna prevede rimborsi automatici per tale circostanza».
Stessa procedura da seguire, quindi, per interruzione di linee telefoniche ma anche linea internet o segnale televisivo si suggerisce di inviare una raccomandata o fax al Gestore (chi emette le fatture) segnalando il disservizio subito (telefonia, internet e tv) e la durata dello stesso, evidenziando il contesto di emergenza in cui si è verificata l’interruzione della linea senza preavviso. L’indirizzo a cui spedire è quello che compare sulla fattura o sul contratto sottoscritto.
Per calcolare l’indennizzo spettante occorre consultare le varie Carte dei Servizi dei diversi Gestori.